Ron “Mad Yank” Fanelli condannato alla pena di morte

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La notizia é di quelle che lasciano di stucco. Se poi arriva durante le WSOP (World Series Of Poker) in pieno svolgimento negli USA, il resto può essere immaginato da sé. In molti non avranno mai sentito nominare Ron “Mad Yank” Fanelli, il giocatore di poker che nel luglio del 2010, confessò di aver accoltellato e ucciso una prostituta thailandese e di averne successivamente riposto il corpo in una valigia, gettata poi in un burrone. La donna si chiamava Wanpen Pianchai ed era madre di due figli.

Ron, all’epoca, era molto conosciuto nell’ambiente del poker che conta: tra i sui piazzamenti più importanti si possono ricordare un secondo posto al £500 Gutshot Poker Festival Main Event, vincendo $19,314, e un primo posto al £100 Harbour Lights Poker Festival per $15,720. Una carriera non certo delle più gloriose, ma quanto basta per essere considerato tra i giocatori migliori al mondo.

Quando confessò l’omicidio, le autorità federali sottoposero Ron a svariati esami clinici e psicologici per verificare se il paziente fosse in grado di intendere e volere e dopo 5 mesi, i risultati dimostrarono come Ron Fanelli fosse del tutto sano di mente, nonostante il “Mad Yank“. Chi lo conosceva da vicino, l’ha sempre descritto come un tipo chiassoso, politicamente di destra e con un temperamento da duro.

Inoltre, Ron è anche un ex-ufficiale della Marina Militare Statunitense. In un’intervista rilasciata alla giornalista Vicky Coren, quando ancora non aveva confessato l’omicidio, rispose così alla domanda ‘Qual’è la cosa più brutta che hai mai fatto nella tua vita?’

“Io? Sono un angelo. Non ho mai fatto niente di male. Forse ho fatto piangere qualche persona. Solo una volta, arrabbiato al tavolo per colpa della sfortuna, dissi ai miei avversari che dovevano morire di cancro. Oltre questo, non ho mai fatto niente di male”.

Dimenticandosi, ovviamente, di confessare quanto accaduto in Thailandia, dove era stato per un certo periodo di tempo, trascorrendo una vita dissoluta e sregolata tra droghe e prostutite, finendo poi per assassinarne una. Ora, la condanna a morte, difficilmente potrà essere comminata dal giudice in ergastolo.

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