Poker online legale: quanti Stati seguiranno l’esempio di Nevada, New Jersey e Delaware?

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Gli occhi di tutti i giocatori al mondo di poker online in questi giorni stanno guardando agli USA. Non v’è dubbio che la prevista apertura del mercato negli States porterà un grande cambiamento nello scenario del poker a livello globale, nonché una boccata d’ossigeno per un business che da un anno e mezzo a questa parte fa registrare un forte calo.

Ad oggi, dopo il blocco totale del Black Friday, tre stati americani hanno dato il via libera al poker online: Nevada, New Jersey e Delaware. Sulla scia di questo esempio, Pennsylvania, New York, Massachusetts, Hawaii, Washington, Connecticut e Texas stanno lavorando per arrivare alla medesima decisione in favore del poker online legale.

Full Tilt Poker, nuova Class Action proveniente dal Canada

Non accenna a rasserenarsi la posizione della poker room Full Tilt Poker, a 5 giorni dall’attesissimo responso della AGCC (Alderney Gambling Control Commission) nell’udienza del prossimo 15 settembre. Intanto, il titolo buono potrebbe essere questo: “Altro mese, altra class action“. E’ infatti risaputo che la poker room si ritrova da qualche tempo a fare i conti con la rabbia dei suoi stessi utenti a causa dei fondi congelati e non prelevabili, dopo il tristemente famoso Black Friday. La nuova Class Action nei confronti della Red Room questa volta arriva direttamente dal Canada. Il motivo è sempre lo stesso da parte dei giocatori: riavere il denaro presente sui conti gioco al momento dello shutdown della poker room online. Mitchell Schnurbach è il protagonista principale di questa nuova causa, anche se paradossalmente, sul suo account erano rimasti appena 5$ al massimo. “Sono stato contattato da giocatori che hanno 250 mila dollari congelati la sopra, altri 10 mila“: tutte cifre importanti quindi, che spesso costituivano e, si spera, costituiscono ancora gran parte del roll dei giocatori coinvolti.

Bisogna inoltre precisare che tra le tante disavventure occorse a Full Tilt Poker, c’è un aspetto sul quale ancora aleggia molta confusione e sul quale ancora si attende una decisione chiara da parte della giustizia americana. E’ cosa risaputa infatti, dei problemi che la poker room online ebbe a partire già dal lontano settembre 2010, circa la riscossione dei versamenti dei giocatori: come sarà possibile dunque per la Red Room rientrare in possesso di quei fondi? Capire quest’aspetto fondamentale, significherebbe anche farsi un’idea molto più precisa di quello che potrebbe essere il futuro dei giocatori americani e dei loro fondi.

IL COMUNICATO DEL 31 AGOSTO – Martedì 31 agosto, Full Tilt Poker ha emanato un lungo comunicato in cui ha spiegato il perché non é ancora riuscita a pagare i giocatori che hanno i fondi congelati dallo scorso aprile. Questo il comunicato in versione integrale. “Come è evidente da quanto accaduto a partire dal 15 aprile, Full Tilt Poker non era preparato per la vasta portata delle azioni del governo americano del Venerdì Nero”. “Gli eventi del Venerdì Nero sono conseguenza di precedenti attività costrittive del governo ed un significativo furto. Nel corso dei due anni precedenti il Venerdì Nero, il governo americano ha sequestrato circa $115 milioni di fondi dei giocatori trovati nelle banche degli Stati Uniti. Anche se riteniamo che l’offerta di reti peer-to-peer per poker online non abbia violato le leggi federali – una convinzione supportata da numerosi, solidi e ben motivati pareri legali – il DOJ ha agito come se ci fosse stata una effettiva violazione. Inoltre, come è stato ampiamente riportato, uno tra i principali gestori di pagamenti ha rubato circa $42M da Full Tilt Poker. Fino al 15 aprile, Full Tilt Poker ha sempre coperto le perdite in modo che nessun giocatore fosse colpito. Da ultimo, tra la fine del 2010 e all’inizio del 2011, Full Tilt Poker ha riscontrato problemi senza precedenti con alcuni dei suoi gestori di terze parti che hanno causato i noti problemi finanziari. Mentre la società ha preso tutte le iniziative possibili per porre riparo a questi imprevisti, nulla ha potuto fare contro le azioni intraprese dal Dipartimento di Giustizia che ha sequestrato anche il dominio internazionale. Negli ultimi quattro mesi, Full Tilt Poker ha esplorato attivamente le opportunità di fare ricorso ad investitori esterni al fine di stabilizzare la società e ripagare i propri giocatori. Almeno sei di questi gruppi, compresi gli hedge funds, gli operatori già attivi in internet e altri singoli investitori, hanno visitato Dublino per valutare le possibilità. Abbiamo assunto di recente un consulente finanziario supplementare attraverso un gruppo di investment banking per aiutarci nella ricerca di una infusione di denaro contante e un management nuovo per ripristinare il sito e ripagare i giocatori. Anche se ogni compito di tale natura è necessariamente complesso dato l’attuale contesto normativo, i nostri giocatori devono sapere che Full Tilt Poker è pienamente impegnata per cercare di ripagare la fiducia datagli e ripristinare le proprie operazioni “.

Full Tilt Poker: a breve parte la causa civile?

Il giorno X sta per arrivare anche per Full Tilt Poker: entro questo venerdì infatti, tuti i giocatori che si sono visti congelare i propri conti dopo il black Friday, potranno presentare causa civile contro il Dipartimento di Giustizia Statunitense di New York.

Questa é l’ennesima puntata del famoso Black Friday del mese di aprile, giorno in cui il Governo Federale bloccò tutti i conti presenti nelle room incriminate, considerato denaro sporco dalla AGCC, probabilmente usato per fini illeciti.

Per questo la più famosa poker room sino ad oggi non ha ancora potuto rimborsare i propri giocatori.

In molti però, ora starebbero seriamente pensando di presentare causa civile e in loro soccorso è venuta adesso la Poker Players Alliance, che attraverso il proprio team di avvocati, spiegherà ai giocatori quali sono le difficoltà e i problemi relativi ad avviare una causa del genere.

WSOP 2011, dopo Ivey anche Brunson salta il Main Event

Dopo Phil Ivey, un’altra leggenda vivente del Poker, Doyle Brunson, ha dichiarato che non parteciperà al prossimo Main Event delle WSOP 2011.

Un evento finale che sarà orfano dunque, di molte delle stelle del Texas Hold’em. Doyle Brunson, rimasto come molti scioccato dallo scandalo che ha colpito il mondo poker negli ultimi mesi, il famoso Black Friday, ha deciso di non prendere parte all’evento più atteso dell’anno.

E’ stato lo stesso Doyle a rendere pubblica la notizia tramite la sua personale pagina di Twitter, dove scrive:

“Non giocherò il Main Event a meno che il Dipartimento di Giustizia Usa non mi paghi il buy-in”.

Così si é espresso il 78enne, vincitore di 10 braccialetti in carriera, che ha scelto di seguire l’esempio dell’altro grande campione vincitore di otto braccialetti, Phil Ivey.

Inoltre, Doyle Brunson, ha tenuto a precisare che non si tratta assolutamente di un problema di soldi ma di ben altro e forse anche più grave: “Dopo lo scandalo del Black Friday, purtroppo, ho perso tutta la mia grande passione che un tempo avevo per questo gioco”.

Full Tilt Poker: anche la Francia sospende la licenza

L’Arjel, ente che regola il gioco in Francia, ha sospeso la licenza a Rekop Limited, società controllata da Full Tilt Poker, a seguito della sentenza di distacco imposto dall’Alderney Gambling Control Commission, mercoledì scorso. Il sito Fulltiltpoker.fr pur essendo ancora online non è accessibile.

Nel comunicato ufficiale, l’Arjel ha reso noto che il provvedimento è stato preso “al fine di ottenere nuove garanzie finanziarie“. Le autorità francesi hanno inoltre dichiarato che “sono in corso trattative con i responsabili del sito” ma che allo stesso tempo ritengono opportuno un rifinanziamento, necessario per tutelare l’interesse dei giocatori francesi. Al momento non risulta programmata nessuna audizione nelle prossime settimane.

Full Tilt Poker, Tony G.: “La Red Room verso il fallimento”‎

Cosa accadrà davvero a Full Tilt Poker? Quest’è la domanda che in moltissimi si stanno ponendo in queste ore decisive per la Red Room. Tante le soluzioni immaginate al momento, tra cui anche il fallimento, come ha anche dichiarato di recente su Twitter, il campione Tony G.

Per ora ovviamente siamo ancora alle indiscrezioni, che però provengono da una fonte nota a tutti nel mondo del poker, Tony G, il quale nelle ultime ha scritto sul suo muro di Twitter quanto segue:

“Full Tilt a rischio fallimento. O paga o è bancarotta”.

Se davvero così fosse, saremmo davanti ad un epilogo tragico per la poker room, da anni principale scenario del mercato del poker online e non solo. Certo, non c’è ancora nulla di concreto, ma data la fonte (Tony G, oltre ad essere un giocatore é anche businessman nel mondo del poker), il reale pericolo di vedere Full Tilt Poker chiudere i battenti è molto alto.

Insomma, da quel famoso Black Friday, la Red Room ne ha subite di tutti i colori, rischiando di dover dichiarare banca rotta se non si troverà una soluzione il prima possibile.

World Series Of Poker 2011, il bilancio della prima settimana

Dopo la prima settimana delle World Series Of Poker 2011, possiamo stilare un primo bilancio seppur parziale di quanto avvenuto.

Il primo dato é che rispetto alla scorsa edizione, ben quattro eventi su dieci hanno registrato un aumento notevole di partecipanti, dimostrazione pratica di come il Black Friday abbia inciso positivamente sulla voglia di poker dei giocatori. Solo tre tornei invece, sono calati in media del 7,1 % rispetto alle Wsop 2010.

Nella prima settimana di poker al Casinò Rio di Las Vegas, sono stati ben 4.424 i grinder che si sono seduti ai tavoli in cerca dell’agognato braccialetto d’oro, producendo quasi 14 milioni di dollari di prize pool: 6 di questi braccialetti sono finiti ai polsi di giocatori americani e due di player britannici, così come sei sono state le vittorie di pokeristi professionisti e due di semi pro: Sean Drake e Amir Lehavot.