La politica e il poker: nuovi Casinò in Italia?

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In un periodo di grandi divergenze e contraddizioni, dove il poker live non vive ma sopravvive, ogni tanto qualcuno lancia spiragli di luce. Dopo la deludente e confusa Legge Comunitaria appena introdotta, che ha contribuito alla morìa dei Club di Poker Live, ultimamente abbiamo assistito a dichiarazioni allettanti dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno e dal Ministro della Difesta, Ignazio La Russa, ecco le rispettive proposte:

“Non ci vedo nulla di scandaloso nel costruire un Casinò nella capitale. Credo che, se questre strutture saranno amministrate dallo Stato, la criminalità organizzata si argina. L’edificio comunque, non sorgerà nel centro dell’Urbe. Tra le proposte più verosimili quelle di Ostia o Anzio. I “moralisti” che criticano i casinò sono quelli che riempono l’Italia delle Sale Bingo, affermando di non giocare e di non “concepire” il gioco d’azzardo. (Gianni Alemanno)

“Stop ai falsi moralismi, piuttosto è giusto che siano introdotti nei nuovi casinò opportuni correttivi e regolamentati. Penso a limitazioni, all’affluenza per i residenti, lasciando invece porte aperte per i turisti. Le Sale Bingo sono “rovina casalinghe”. (Ignazio La Russa)

Alemanno vorrebbe costruire un Casinò a Roma ma non proprio nel cuore della città e La Russa ha lanciato l’idea di farne crescere uno in ogni regione, non male come continuo no? Se veramente si agirà per i fatti, possiamo considerare una piccola svolta anche per il gioco del poker live, resta però il problema dei circoli che saranno completamente annientati dai grandi. Era questa allora la manovra del Governo? Era questo il principale obiettivo?

Ancora domande senza risposte percorrono le nostre menti che purtroppo non trovano chiarezze adeguate. Nel nostro paese ci sono solo quattro casinò e tutti al Nord, a Campione, a Venezia, a San Remo e a Saint Vincent. E’ giusto costruire altre strutture, ma non è giusto demolire quelle piccole realtà che già ci sono e che hanno contribuito allo sviluppo del gioco del poker.

In Italia non riusciamo ancora a distinguere il gioco sportivo dal gioco di azzardo.

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