Nice Hand: tra poker live e poker online

di Giorgio Caroli

L’Ept di Sanremo è andato come è andato: è stato il più grande appuntamento Ept di tutti i tempi con uno ‘huge field’ di 1178 giocatori, che hanno totalizzato un montepremi di oltre 6 milioni di euro. In realtà, i ‘contribuenti al montepremi’ sono stati infinitamente di più: moltissimi dei giocatori che sono arrivati al Comunale si sono infatti qualificati con tornei satellite da poche decine di euro, molti di essi giocati online.

Questo ha consentito a ben più della metà del field di sedersi senza avere il complesso della cifra, che comporta spesso il ‘braccino corto’: tornei dal buy-in così alto che hanno un numero enorme di giocatori sono caratterizzati da un gioco molto tight da parte di coloro che pagano l’intera somma e non sono abituati a partecipare a questo genere di competizioni, mentre e da un gioco più ‘sciolto’ da chi, invece, ha pagato solo un satellite. A Sanremo, però, nonostante i 5.300 euro di ticket e i 1178 giocatori, non è stato così. Quasi tutti i giocatori si sono presentati al tavolo belli aggressivi, segno che la cifra non è stata un grosso problema per nessuno.

Inoltre, la massima parte dei ‘qualificati con satellite’ sono arrivati dai tornei online, luogo dove competizioni da oltre mille persone durano al massimo qualche ora e non certo una settimana. Inoltre, online non c’è la noia: quasi tutti giocano più tavoli contemporaneamente, aumentando in maniera esponenziale il numero delle mani giocate e riducendo, di contro, i tempi morti. Questa abitudine a giocare tornei online dà origine a una specie di jet lag, che impedisce a quasi tutti i giocatori delle poker room su internet di rendere live come abitualmente fanno dietro il monitor. La noia, la ‘lentezza del gioco live’, la necessità di non dare tells fisici agli avversari (fateci caso: quasi tutti quelli che vengono dal poker online cercano di camuffarsi con cappucci, cappellini, occhialoni e quant’altro), la a volte eccessiva aggressività al tavolo rendono questi giocatori sovente preda di sharks del live, di ‘vecchietti’ alla Doyle Brunson o al nostro Argento sanremese, che hanno preso un mazzo di carte in mano ben prima che qualcuno pensasse anche solo all’esistenza del www.

E’ in quest’ottica che trovo molto interessante l’iniziativa di Nice Hand di organizzare anche tornei live con una certa cadenza e di aprire (questa è una notizia) una ‘scuola di poker’ che si occupi non solo di formare giocatori online, ma anche giocatori live. Dagli amici del Nice Hand Team mi sono fatto raccontare da dove viene questa idea: considerando che sono tutti giocatori online che spessissimo giocano anche live, tutti insieme hanno capito che, se si vogliono formare campioni, bisogna ‘costringerli’ a uscire di casa e affrontare anche i tavoli veri. “Internet – è la filosofia di base – ti insegna a gestire le carte o le  non-carte, ma il gioco live ti insegna a gestire te stesso, le tue emozioni, la tua ‘poker face’. A casa è più facile non cadere vittima dell’emozione, a un final table di un Ept invece non è così”.

Ecco perché, ad esempio, Federico Iavicoli (nick name Gattochef) ha tenuto un corso su come affrontare in maniera vincente i sit&go e ha deciso di farlo live: avrebbe potuto benissimo inviare delle dispense via mail o tenere dei corsi con i Fluffy Money di Nice Hand. Invece, ha convocato i giocatori in un circolo romano e li ha fatti giocare live… Perché imparassero contemporaneamente a gestire le loro carte e le loro espressioni. E questa è la filosofia di Nice Hand: non raccattare giocatori in giro, ma formarne dei propri.