Patrik Antonius, no-stop di poker a Macao

Spread the love

Carlos Mortensen, Gregory Brooks, Darryll Fish. Li abbiamo seguiti fino a Los Angeles per ammirarne la sfida appassionata – per loro che giocavano – e appassionante – per quanti hanno avuto modo di prenderne visione. Eppure, il tavolo finale di Los Angeles, per quanto ritagli uno spazio importante, non è il contesto che più ci ha colpito.

Cambia la città, non più quella degli angeli, ma lo scenario non pare differenziare di molto. Quando si partecipa a tornei internazionali in cui si mette in gioco anche la propria carriera, è legittimo ambire a certi ottimi guadagni e finire con il passare intere giornate sul tavolo del poker. E’ pressappoco quello che ha vissuto a Macao, nell’High Stakes, Patrick Antonius.

Sono stato a Macao per due settimane dopo l’Aussie Millions. La città è come Las Vegas ma più piccola. Non c’è molto oltre il gioco d’azzardo. Ho perso i primi due giorni di action ma accidentalmente mi sono trovato a giocare nella poker-room in una sessione di 28 ore consecutive. Mi sono trovato a giocare nella poker room in una sessione di 28 ore consecutive, ma ho tratto bei guadagni e ne è valsa la pena. Qualcuno è riuscito a vincere 300.000$ centrando alcune combinazioni sul flop. Anche io sono riuscito a realizzare un bel guadagno. Il viaggio è stato positivo”.

Lascia un commento