Il 2010 da sogno e da incubo di Michael Mizrachi

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Se c’è una cosa davvero certa, e che difficilmente Michael Mizrachi potrà dimenticare questo 2010, anno che rimarrà impresso a fuoco nella sua mente per tutta la vita.

Da un lato, c’è il Mizrachi protagonista della scena pokeristica mondiale, in grado di guadagnare oltre 2,5 milioni di dollari in pochi mesi, di vincere un braccialetto al World Series of Poker e di guadagnarsi un posto esclusivo tra i nove bravissimi finalisti del Main Event WSOP.

L’altro lato della medaglia però presenta un Michael Mizrachi con una sfilza di problemi personali da sistemare negli ultimi mesi: come dimenticare infatti che poco prima delle sue incredibili imprese a Las Vegas il fisco gli ha sequestrato la sua abitazione di Hollywood, in Florida, per 339 mila dollari di tasse non pagate?

Ora però il povero Michael ha un’altra gatta da pelare, in quanto si è fatta avanti una società del Texas che sostiene che il celebre grinder è venuto meno ad un contratto. Questi i fatti: nel Luglio 2009 il pro poker player aveva stipulato un classico accordo di sponsorizzazione con la Deliverance Poker, ma dopo le sue prodezze al World Series of Poker di quest’anno sembra che Michael sui tavoli del Rio Casinò sia stato “beccato” con una toppa della Tiltware sulla maglietta.

La Tiltware – per dovere di cronaca – è la società detentrice del marchio Full Tilt Poker. Come asserisce la Deliverance Poker, Mizrachi firmando il contratto con loro avrebbe invece accettato di: “vestire esclusivamente il logo di Deliverance Poker sui cappellini e le magliette durante tutti i tornei e le apparizioni pubbliche”.

La diatriba legislativa coinvolge come parti in causa tanto Michael quanto la Tiltware, e la Deliverance Poker ha già fatto sapere che impiegherà ogni mezzo per rifarsi del torto – e danno economico – subito.

Il poker player “infingardo” non ha al momento ancora rilasciato dichiarazioni in merito a questo suo tradimento di brand, soltanto il tempo potrà fare luce su questa spinosa vicenda.

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