Poker live: Isidoro Alampi e la FIGP si rivolgeranno alla Corte di Giustizia Europea

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Tutti i poker players italiani amanti del gioco dal vivo ormai da un anno stanno aspettando un regolamento che permetta di tornare a giocare nei piccoli circoli locali, ed Isidoro Alampi della FIGP ha fatto sapere che è intenzione della federazione ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.

È questa la ferma presa di posizione del Presidente della FIGP, che ha espresso nuovamente tutto il suo disappunto per il blocco del poker live.

Queste le dure parole di Alampi: “Non è accettabile che i cittadini italiani non godano degli stessi diritti, non è accettabile che, in un periodo di crisi occupazionale, oltre 10.000 potenziali posti di lavoro siano sacrificati alle lentezze burocratiche degli apparati dello Stato, non è accettabile che dopo aver lanciato e portato al successo il gioco in Italia consentendo ai concessionari di Stato e al fisco di gestire con il gioco online un volume di oltre 4 miliardi di euro nel 2009, i circoli italiani che sono stati il vero motore del fenomeno, siano stati prima fermati e oggi completamente ignorati dalla Autorità preposte”.

Come anticipato, l’intenzione è quella di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea: “La Federazione, che a breve riaprirà la campagna associativa, sta preparando un ricorso alla Corte di Giustizia Europea, confidando che il massimo organo di giustizia comunitaria possa spingere le Istituzioni nazionali a uscire dall’impasse che danneggia i diritti dei giocatori italiani”.

Ormai è passato un intero anno da quando è stato dato lo stop ufficiale al poker live in Italia: “Un anno di promesse da parte dei maggiori dirigenti degli organi preposti alla regolamentazione del settore, puntualmente disattese. Un anno nel quale un movimento aggregativo nazionale, sano, sportivo, formato da centinaia di migliaia di appassionati, ha visto scomparire i propri centri di riferimento per la pratica di quello che è stato definito ‘il fenomeno degli ultimi anni’: il poker sportivo. La Figp ha sospeso ogni attività nazionale, ha consigliato ai propri associati di interrompere ogni iniziativa in attesa della regolamentazione imminente. Il risultato primo di questa situazione è stato il diffondersi in un tutto il Paese di offerte illegali di gioco che hanno sortito l’effetto di portare all’ombra della criminalità tutte quelle manifestazioni che si svolgevano ‘alla luce del sole’ e in continuo accordo con le Autorità di Pubblica Sicurezza. La situazione oggi ha raggiunto il paradosso: dalla pietra miliare posta dal Consiglio di Stato nell’ottobre del 2008 che ha riconosciuto di fatto il diritto dei cittadini a praticare il ‘poker sportivo’, all’intervento del Legislatore che nel luglio 2009 ha introdotto nell’ordinamento italiano la nostra disciplina escludendola definitivamente dai giochi d’azzardo per includerla negli skill games, anche in versione live, ci ritroviamo in una completa confusione normativa nella quale le sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali, consentono ad un giocatore di Bari di partecipare tranquillamente ad un torneo mentre quello di Roma commetterebbe un reato. Tutto questo non è accettabile”.

Questa attesa si sta prolungando anche troppo
: speriamo che presto i giocatori di poker italiani possano avere delle risposte dagli organi preposti.

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