Festival del Poker di Venezia 2009: il Side Event 200+20

Ieri si è svolto al Festival del Poker di Venezia il Side Event per il Poker Grand Prix da 200+20 euro, torneo che da sempre attira un’affluenza importante di players che approfittano del buy-in accessibile per provare l’emozione di una partita ad alti livelli in una struttura importante come quella del casinò.

Innanzitutto, dobbiamo dire che ci sono stati non pochi problemi organizzativi: il cap era fissato per 150 giocatori, invece il field totale è stato di 302 poker players, una bella differenza per un torneo che doveva durare il tempo di un pomeriggio.

La mia collega Luciana ed io ci siamo recate al Casinò Ca’ Vendramin per l’iscrizione alle ore 11.00, praticamente all’apertura, e già la reception era gremita di poker players scontenti che si vedevano costretti ad affrontare una fila interminabile in quanto c’era soltanto un’impiegata che si occupava degli accrediti.

Noi siamo riuscite ad aggiudicarci il tanto sospirato biglietto intorno alle 12.30, giusto il tempo di mettere qualcosa nello stomaco e rientrare al Casinò (alle 15.00 avrebbe dovuto iniziare il torneo e veniva richiesta la presenza dalla mezz’ora precedente). Difficile a credersi, ma lo “Shuffle up and deal” è stato rimandato di 30 minuti: la fila interminabile di giocatori di cui sopra si faceva sempre più lunga, tanto che – per permettere a tutti di partecipare – hanno fatto slittare l’inizio del torneo e hanno deciso di abbassare il livello dei blinds a 25 minuti per fare in modo di terminare il Side Event entro la serata.

Sinceramente, tutto questo non mi sembra sia stato fatto per accontentare i poker players giunti nella laguna: un torneo dal vivo con 5.000 di stack, cambio blinds ogni 25 minuti e ante già dal terzo livello di gioco equivale ad un superturbo online, con tutte le conseguenze del caso. Esattamente come in molte partite sul web, c’erano gli all-in alla prima mano, gli improbabili raise di 800 su bui di 50 e giocatori che facevano i classici call “in pesca” per provare ad aumentare lo stack da subito e gestirsi meglio il gioco nei livelli successivi.

“Non raccontarmi la tua ultima mano” è una delle frasi più usate sulle magliette che tanto piacciono a noi poker players, ma per dovere di cronaca vi spiegherò come si è svolto il mio torneo. Innanzitutto, gli unici due piatti vinti erano dei bluff clamorosi, che mi sono potuta permettere grazie all’immagine tight che mi ero costruita al tavolo.

Poi, quando la sorte mi è stata benevola e mi ha regalato una doppia di Assi e Dieci sul flop, ho trovato un avversario che ha deciso di seguire i miei ripetuti raise con Kappa e 3 offsuited per poi legare il set di 3 al river (in foto la mano incriminata, da notare l’espressione perplessa, sono l’unica ragazza al tavolo)… già qui non mi sento di spendere molte parole, ma la mano parla chiaro e vi lascia intuire il livello medio dei giocatori.

Il mio torneo è poi terminato dopo circa un’ora di gioco, quando gli American Airlines mi hanno tradita e sono stati letteralmente scoppiati da una starting hand di Kappa e Donna, con set di Donne al turn. Tanta amarezza davvero.

L’esperienza, però, è stata proprio memorabile: bella l’atmosfera, meraviglioso il Casinò Ca’ Vendramin, molto bravi e pazienti i dealer e un’emozione che non dimenticherò mai quando ho incontrato dal vivo i più grandi campioni italiani che fino a poco tempo prima avevo visto soltanto in foto.

La cosa che mi rimarrà per sempre nel cuore è l’ingresso nei saloni del torneo, quando salendo la scalinata coperta dal tappeto rosso si inizia a sentire il rumore assordante delle chips che spezza un silenzio quasi surreale: mozzafiato.