Cash game: il decreto AAMS sospeso dal Tar del Lazio

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cash-game-poker-decreto-sospesoOrmai ogni modifica delle leggi riguardanti il poker sportivo in Italia si trasforma in un’epopea: stavolta è il decreto per il cash game a subire nuovi slittamenti, dopo che la società Microgame ha deciso di fare ricorso sostenendo che i Monopoli di Stato avrebbero modificato in maniera sostanziale il testo inviato alla Commissione Europea (e approvato lo scorso 5 Maggio) rispetto a quello pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il risultato? La seconda sezione del Tar del Lazio ha sospeso in via cautelare il decreto AAMS, rimandando tutto per la discussione ad un’udienza fissata per il prossimo 13 Ottobre.

Tale sospensione ha acceso gli animi di tutti gli operatori, che ormai da mesi attendono di far partire la modalità cash anche qui da noi in Italia.

In particolare Barbara Beltramini di PokerStars ha specificato che questo slittamento “è un passo indietro oggettivo per tutto il settore. Questa decisione impedirà di organizzare al meglio le attività già in programma, dagli eventi, ai tornei, con ripercussioni anche sull’immagine. I giocatori erano già in attesa della novità, ormai possiamo dire che il 2010 è andato, anche se si dovesse ripartire a Ottobre saranno indubbi i danni sulla performance”.

Molto dure anche le parole di Riccardo Tamiro, presidente del Centro Studi Skirmony: “Un tentativo pretestuoso e strumentale che gioverà unicamente alla ricorrente e ai siti .com che al momento offrono già il poker cash game. Va dato atto e merito ai concessionari e ad AAMS di aver preparato con pieno spirito partecipativo il testo del decreto, fermato per via giudiziaria in maniera inopportuna: la competenza su questo provvedimento è unicamente della Commissione Europea, per questo il Centro Studi sta preparando la necessaria documentazione da presentare a livello comunitario. Riuniremo i soggetti che hanno ricevuto un danno da questo ricorso, la vera parte lesa è il mercato. Ci sono danni anche per gli operatori internazionali che vengono fermati scorrettamente nell’accesso al mercato italiano, un danno per la concorrenza sana, viene bloccata la competizione a scapito della collettività”.

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