Ivey e Brunson rimpiangono i bei tempi alla Bobby’s Room

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Phil Ivey e Doyle Brunson hanno espresso tutti i loro dubbi e la loro amarezza per una situazione che sembra precipitare a vista d’occhio: sembrano infatti finiti i bei tempi in cui il casinò Bellagio straripava di poker players e i tavoli cash high stakes di Las Vegas erano la meta preferita di tutti i giocatori di poker.

Adesso gli sfavillanti high stakes di Sin City vivono un momento di declino, persino la celebre Bobby’s Room in molti giorni somiglia più ad un deserto che ad una sala da gioco.

Phil Ivey ha raccontato le sue preoccupazioni in una recente intervista: “Ci sono ancora diverse partite qui a Las Vegas, ma semplicemente molte meno di quante ce n’erano fino a qualche tempo fa. Quattro o cinque anni fa la settimana era sempre piena di tavoli cash in giro, quasi ogni notte. Ora se va bene ce ne sono uno o due a settimana”.

Anche il Big Game che era la punta di diamante della Bobby’s Room ha perso il suo lustro, come ha spiegato Ivey: “Dopo che il buon Chip Reese se n’è andato purtroppo anche il Big Game non era più la stessa cosa… ora ci sono ben pochi tornei a cui valga la pena partecipare, se escludiamo il World Series of Poker e le grandi manifestazioni”.

Doyle Brunson ha spiegato che secondo lui questo declino potrebbe essere dovuto anche all’incremento del gioco su internet, per il semplice fatto che ora non è più necessario andare al casinò per prendere parte ad un grosso torneo, basta accendere il computer, sebbene siano comunque due cose molto differenti.

Ma per ogni porta che si chiude ce n’è sempre una che si apre, e se a Las Vegas “il piatto piange” ci sono molte probabilità che il gioco si sposti in California. Ivey non esclude di cambiare residenza: “Amo la California, quindi se il poker iniziasse a spopolare là cambierei casa volentieri. Non ho paura dei cambiamenti, vedremo cosa succederà”.

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