Da qualche tempo stanno facendo il giro del web le dichiarazioni al vetriolo dell’ex campione del mondo Joe Hachem, che ha conquistato il titolo nel 2005, in merito alle nuove ‘star’ del gioco.
doyle brunson
Doyle Brunson, il ritorno del vecchio Leone
Ha lottato contro un tumore ma la sua grande passione è il tavolo da gioco, ed ora nonostante le sue condizioni non siano del tutto ottimale ha deciso di rimettersi in gioco. Il grande Doyle Brunson è pronto per partecipare all’NBC National Heads-Up Poker Championship,figura quindi anche il suo nome tra i 32 grandi giocatori, Phil Ivey, Daniel Negreanu, Erik Seidel, Bertrand “ElkY” Grospellier, Mike Matusow, Barry Greenstein, Antonio Esfandiari, Will Failla, Andy Bloch, David Williams, Matt Glantz, John Hennigan, Greg Raymer e Mike Sexton. Tra le donne Vanessa Rousso, Maria Ho e Jennifer Tilly. Si attende a breve la risposta di Dario Minieri. Ricordiamo che il format prevede 64 giocatori, divisi in tabellone tipo tennistico, e il buy-in di $20.000.
La leggenda Doyle Brunson rinuncia ai tornei per il cash high stakes
Probabilmente è l‘età che avanza e comincia a farsi sentire. Oppure è solamente una questione di carattere e di gusto. Fatto sta che Doyle Brunson – l’ultrasettantenne leggenda del poker americano, con 10 braccialetti conquistati alle Wsop in carriera – negli ultimi tempi si sta tenendo lontano dai tornei. Ha rinunciato ufficialmente dalla Epic Poker League che doveva disputare in questa prima metà di dicembre. Già quest’estate però, era stato sul punto di rinunciare a giocare le Wsop, ma fu convinto in extremis dal suo amico Dewey Tomko a non rinunciare. Lo stesso Brunson ha provato a spiegare i perché che stanno alla base della sua scelta: da un lato una nuova insofferenza ai viaggi, dall’altra una certa insoddisfazione nei confronti del proprio poker: “Se non sono soddisfatto del mio gioco in quel periodo, non mi interessa, sono pronto a rinunciare a qualsiasi torneo“, ha tweettato Texas Dolly dal proprio profilo sul popolare social network Twitter. Ma nonostante la stanchezza nel viaggiare, sarà comunque difficile staccarlo dal tavolo verde: “Se ho rinunciato a questo torneo è anche perché mi hanno proposto un interessante partita a cash high stakes, spero che i miei fan capiscano“, ha concluso Brunson su Twitter.
All’EPT di Londra ancora protagonista l’immortale “Texas Dolly” Brunson
Non esce spesso dal suo “buen retiro” texano: eppure, a 78 anni suonati, quando si siede al tavolo verde, lotta in mezzo alle nuove leve del poker mondiale, dopo aver vinto 10 braccialetti di campione del mondo alle WSOP. Doyle Brunson, vera leggenda del Texas Hold’em, è tra i protagonisti dell’Ept di Londra, che ha concluso ieri il day2. Non è chipleader, ma in questo momento del torneo conta poco. Quello, per ora, è un ruolo che spetta al tedesco Benny Splinder, giovane talento del poker online. Come detto, si difendono bene gli italiani, mentre prosegue l’avanzata dei big. Oltre a Doyle Brunson, sono stati promossi al day3 anche il paisà Roberto Romanello (gallese di origini italiane), Jake Cody (uno dei quattro giocatori in gara ad aver vinto in carriera un Ept, un Wpt e un braccialetto Wsop), Jason Mercier (un Ept di Sanremo in bacheca ed un mondiale di Omaha, l’altra specialità di poker con 4 carte personali) e il bi-campione del mondo Freddy Deeb, libanese naturalizzato statunitense. Ancora in corsa pure Tony Cascarino, l’ex calciatore della nazionale irlandese. Tutti dietro, comunque, alle 470mila chip di Benny Splinder, il dominatore, fin qui, del torneo.
Wsop 2011, Brunson torna sui suoi passi
Il grande giocatore di poker americano, Doyle Brunson, è tornato sui suoi passi, scegliendo di presentarsi al day 1A del Main Event alle Wsop 2011.
“Texas Dolly” infatti, aveva dichiarato appena pochi giorni fa, di non voler partecipare al più atteso evento delle World Series Of Poker, per una serie di motivi (tra cui lo scandalo che ha travolto Full Tilt Poker): nel caso fosse avvenuta, si sarebbe trattato di un’assenza pesantissima, visto che parliamo di una leggenda di Las Vegas.
Brunson però, ci ha ripensato: e lo ha fatto con il suo inconfondibile stile, pronunciando la fatidica frase “Shuffle up and deal” con cui si è dato il via ufficiale al torneo.
WSOP 2011, dopo Ivey anche Brunson salta il Main Event
Dopo Phil Ivey, un’altra leggenda vivente del Poker, Doyle Brunson, ha dichiarato che non parteciperà al prossimo Main Event delle WSOP 2011.
Un evento finale che sarà orfano dunque, di molte delle stelle del Texas Hold’em. Doyle Brunson, rimasto come molti scioccato dallo scandalo che ha colpito il mondo poker negli ultimi mesi, il famoso Black Friday, ha deciso di non prendere parte all’evento più atteso dell’anno.
E’ stato lo stesso Doyle a rendere pubblica la notizia tramite la sua personale pagina di Twitter, dove scrive:
“Non giocherò il Main Event a meno che il Dipartimento di Giustizia Usa non mi paghi il buy-in”.
Così si é espresso il 78enne, vincitore di 10 braccialetti in carriera, che ha scelto di seguire l’esempio dell’altro grande campione vincitore di otto braccialetti, Phil Ivey.
Inoltre, Doyle Brunson, ha tenuto a precisare che non si tratta assolutamente di un problema di soldi ma di ben altro e forse anche più grave: “Dopo lo scandalo del Black Friday, purtroppo, ho perso tutta la mia grande passione che un tempo avevo per questo gioco”.
Superstizione nel poker, per Doyle Brunson non esiste
“Ci sono alcune cose che proprio non si mischiano fra loro: il vino e il whiskey, la concentrazione e la musica ad alto volume, il poker e la superstizione”.
Secondo il campione Doyle Brunson, nel poker esiste anche un po’ di superstizione, la fortuna è l’elemento fondamentale, ma attenzione perché ogni minimo movimento è determinante per poter mettere in difficoltà l’avversario.
“Certo i talismani, amuleti sono cose per superstiziosi, nel poker conta molto l’intuito e la grande dose di fortuna. Mi piace immaginare di aver osservato qualcosa inconsciamente e che poi quell’input mi indichi la strada da seguire: in questo senso, trovo fondamentale dare seguito alle proprie intuizioni. Può essere corretta o sbagliata, ma non avendo altro a disposizione ascolto quel sentimento per effettuare la mia decisione”.
Ivey e Brunson rimpiangono i bei tempi alla Bobby’s Room
Phil Ivey e Doyle Brunson hanno espresso tutti i loro dubbi e la loro amarezza per una situazione che sembra precipitare a vista d’occhio: sembrano infatti finiti i bei tempi in cui il casinò Bellagio straripava di poker players e i tavoli cash high stakes di Las Vegas erano la meta preferita di tutti i giocatori di poker.
Adesso gli sfavillanti high stakes di Sin City vivono un momento di declino, persino la celebre Bobby’s Room in molti giorni somiglia più ad un deserto che ad una sala da gioco.
WSOP 2010 Main Event: tutti i numeri della kermesse
Si è da poco conclusa un’altra edizione di successo del Main Event al World Series of Poker, ed è quindi ora di tirare un paio di somme e spulciare tra le curiosità di quest’anno.
Per iniziare, partiremo con il vincitore, il canadese Jonathan Duhamel, il sesto non statunitense in ordine di tempo ad aggiudicarsi la vittoria dell’evento: prima di lui c’erano stati l’inglese Mansour Marloubi nel 1990, l’irlandese Noel Furlong nel 1999, lo spagnolo Carlos Mortensen nel 2001, l’australiano Joe Hachem nel 2005 e per finire il danese Peter Eastgate nel 2008.
Erik Seidel e Dan Harrington introdotti ufficialmente nella Poker Hall of Fame
Nella serata di Lunedì Erik Seidel e Dan Harrington sono stati introdotti nella prestigiosa Poker Hall of Fame con una cerimonia ufficiale al Rio Casinò di Las Vegas: i due poker players sono quindi ora a tutti gli effetti i due nuovi membri di questa ristretta cerchia di eletti.
La cerimonia è avvenuta all’interno del Penn and Teller Theater di fronte a centinaia di spettatori, tra cui non mancavano i volti noti dei tavoli verdi, quali i celebri Phil Hellmuth e Doyle Brunson.
Howard Lederer voleva Phil Ivey nella Poker Hall of Fame
Dopo la nomina di Dan Harrington ed Erik Seidel come nuovi membri della Poker Hall of Fame, la community del web si è scatenata in commenti a riguardo di questi due eletti: anche Howard Lederer ha voluto dire la sua in merito, esprimendo anche un pizzico di polemica, in quanto avrebbe voluto vedere Phil Ivey tra i nominati di quest’anno.
Queste le parole del celebre professore del poker: “Tutti coloro che hanno avuto modo di seguire un po’ la scena del poker in questi ultimi dieci anni di certo avranno notato che Phil Ivey è uno dei più talentuosi campioni mai esistiti“.
Poker live: la Ivey’s Room all’Aria fa concorrenza alla storica Bobby’s Room
Un tempo tutti i giocatori di poker cash di Las Vegas frequentavano la Bobby’s Room, ma ora sembra che il mixed game da 200/400 dollari di scena alla Ivey’s Room dell’Aria Casinò sia la versione moderna del celebre Bellagio Big Game.
Il gioco nella Ivey’s Room è un po’ più raccolto rispetto a quello del passato, ed inoltre i giocatori seduti ai tavoli hanno un’età media inferiore rispetto a un tempo, ma il sapore che si respira nella poker room è – a detta dei presenti – davvero piacevole.
David Sands e Daniel Kelly guadagnano l’ingresso nel Team Brunson 10
Il Team della leggenda del poker Doyle Brunson accoglie nella sua famiglia due nuovi membri: stiamo parlando di David Sands e Daniel Kelly, che si sono guadagnati il posto in squadra a suon di risultati.
Entrambi infatti sono riusciti a stupire il buon Doyle con le loro brillanti performances a Las Vegas allo scorso World Series of Poker.
Main Event WSOP 2010: parata di stelle nel Day 1D
In molti avevano predetto che il Day 1D del Main Event al World Series of Poker avrebbe rappresentato in qualche modo il culmine dei 4 Day 1 disputati, ed in effetti tali predizioni si sono rivelate esatte: infatti non soltanto sui tavoli del Rio Casinò erano presenti ben 2.391 poker players, ma tra loro c’era un numero incredibile di vere stelle del poker.
Le sale erano affollate di volti noti: tra i vari Phil ivey, Doyle Brunson, John Juanda e Frank Kassela, il Day 1D è stato all’insegna dello spettacolo dall’inizio alla fine.