Microgaming e il blocco in Kentucky

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Alle notizie di apertura, ma soprattutto molto positive, riguardanti la manovra legislativa del poker online in Italia, fa eco una situazione decisamente più complicata e negativa negli Stati Uniti. Che l’egaming non stia passando un bel momento in questo periodo è cosa nota a molti che masticano di questo settore, soprattutto per il fatto che dietro a questo business, molto spesso, non ci sono i volti della politica attuale i quali, di pronta risposta, decidono di salvaguardare i propri interessi penalizzando le potenzialità delle poker room online. Questo è quanto successo ad esempio in Kentucky con la vicenda della tanto agognata MicroGaming.


L’egaming, attività che in Kentucky viene definita illegale, è quello che noi in Italia chiamiamo molto più semplicemente skill game. Sostanzialmente con il termine egaming si vuole contraddistinguere tutte quelle tipologie di gioco online attraverso le quali è possibile fare circolare denaro e quindi vincerlo oppure, nel caso si sia più sfortunati, perderlo.

Notizia di questi giorni è che la MicroGaming, una delle più grandi industrie produttrici di questo genere di servizio si è ritirata da 13 stati degli USA, tra cui appunto anche il Kentucky, per non dover rispondere di eventuali denunce penali. Già proprietaria della celebre sala Doyle’s Room, la Microgaming è la prima, nonché la più importante, tra le piattaforme che si tirano indietro di fronte al provvedimento indetto dal governatore del Kentucky Steve Beshear, il quale ha dichiarato nel proprio stato l’illegalità dell’ egaming.

Le motivazioni della proposta di Beshear stanno molto più in là di quello che si evince dalle sue parole. Non si fa mistero, infatti, che il governatore sia molto più avvezzo ai prati verdi degli ippodromi e dalle corse ippiche in carne e ossa che dietro a uno schermo di un PC. L’egaming, con le sue potenzialità rivolte soprattutto al futuro, ha avuto la capacità di mettere in difficoltà un settore che, in Kentucky, è quasi una religione per molti. Una religione che, essendo tale, diviene intoccabile specie se si è governatori.

A seguire Microgaming in questa manovra molte altre piccole piattaforme che gestiscono siti indipendenti, ma che come la più famosa precedentemente citata, preferiscono evitare qualsiasi problema con lo stato del Kentucky nonostante questi ultimi non fossero stati inseriti nella lista dei siti “banditi”, nella lista nera dei produttori di egaming. Un gesto importante, quindi, che dimostra come il settore faccia comunque fronte comune contro una manovra che, di sensato, sembra avere decisamente poco.

Così se vi trovate a passare dal Kentucky e proverete ad accedere alla Doyle’s Room, vi troverete di risposta un bel messaggio che vi dirà: “Il nostro software provider ha bloccato l’accesso dal vostro stato a causa di leggi locali relative all’egaming. Sfortunatamente non possiamo assistervi[…]”

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