WSOP, Heinz verso il decisivo final table del November nine

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Crede in Dio, nello Stato e nella famiglia: Pius Heinz – attuale chipleader dei tre finalisti delle World Series of Poker, prova ora ad entrare nella storia del poker: essere il primo player tedesco che si sia mai imposto alle Wsop. “È andato tutto oltre ogni aspettativa – ha dichiarato Pius in attesa di sedersi al final table – specie domenica quando sono arrivato al tavolo da settimo e dopo appena 30 minuti di gioco avevo più o meno lo stesso numero di fiches di tutti gli altri“. Possiede la classiche caratteristiche di un tedesco: metodico, calmo e impassibile, Pius rivela che “luci, telecamere, folla e tifo da stadio non mi hanno influenzato negativamente. Anzi, così ci ho preso più gusto“. Heinz non si lascia toccare nemmeno se gli si parla del livello altissimo dei giocatori con cui dovrà vedersela al tavolo verde: “Anche per questo mi divertirò di più. Certo, servirà più impegno e concentrazione, che secondo me contano più delle carte. Ma è vero pure che senza di quelle non si va da nessuna parte“. Giunto al final table fra i più “short” ora Pius ha il vantaggio di partire favorito, dall’alto del suo stack da 108 milioni di chips: “È chiaro che giocare da chipleader ti dà dei vantaggi. Si può amministrare meglio il proprio gioco ed essere anche più creativi“. Poi però, il tedesco esprime parole di stima per i suoi due avversari: “Ben Lamb è un grande, rispetto il suo gioco e se oggi mi trovo con più fiches di lui è solo perché ho avuto carte migliori. Di Martin Staszko invece ‘non mi fido’. È vero che è il più short, ma è uno che difficilmente sbaglia una mano. E sono convinto che ci darà parecchio filo da torcere“. Infine, quando gli si chiede cosa si aspetta dal final table preferisce evitare ogni previsione. “Posso dire solo che giocherò al mio meglio“.

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